La Comunicazione Paraverbale: la voce

3 Aprile 2013
La Comunicazione Paraverbale: la voce

comunicazione paraverbale

La voce, insieme all’espressione del volto, rivela i nostri stati d’animo. La paura, l’insicurezza, l’ansia sono le prime ad essere messe a nudo dalla voce e dall’espressione del volto.

Il tono della voce deve essere calmo ma non monotono. Non parlate troppo velocemente: più vasto è l’uditorio e meno sarà in grado di seguirvi. Ma evitate pause troppo lunghe; sono deprimenti e tradiscono un carattere depresso.

Il volume della voce deve essere sufficientemente alto affinché anche la persona seduta in ultima fila possa sentire. Ma alzare il volume della voce non significa strillare. Ci sono persone che strillano sempre, anche se il volume della loro voce non è basso.

“La voce può essere classificata in riferimento al timbro: grave (di petto), acuta (di testa), gutturale (di gola), nasale (di naso), ma anche – se correlata al volume di emissione – indistinta, articolata, monocorde, alta, bassa, esile, fioca, stentorea, tonante. Prima di scoprire come utilizzare al meglio l’apparato di fonazione bisogna imparare a usare l’apparato di respirazione.” C’è un rapporto stretto fra voce e respirazione. La respirazione è il motore della voce. Se non si respira nel modo corretto la voce non raggiungerà mai il suo massimo potenziale. Respirare profondamente e ritmicamente all’aria aperta è un ottimo esercizio. Leggere ad alta voce è un altro mezzo per migliorare le qualità vocali.

Il modo in cui usiamo la voce può essere cambiato. Per evitare una voce troppo acuta e stridula cercate di abbassarne il tono. Ascoltatevi mentre parlate, e se vi accorgete che il tono è troppo acuto, o comunque più alto del normale, abbassatelo. Naturalmente la voce femminile è più alta di quella maschile e il tono sarà proporzionato”.


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