La leadership oltre le parole: i 7 segnali del linguaggio del corpo di un vero leader

18 Febbraio 2016
La leadership oltre le parole: i 7 segnali del linguaggio del corpo di un vero leader

linguaggio corpo del LeaderGli ingredienti della leadership sono molti. La competenza e l’esperienza sono fondamentali, così come l’intelligenza emotiva. Tuttavia, oltre all’abilità organizzativa e operativa e alla capacità di creare empatia con chi si trova davanti, il leader comunica anche quando non dice nulla.

Il linguaggio corporeo o non verbale è uno strumento forte del leader e può fare la differenza. Psicologi e sociologi affermano che è possibile distinguere un vero leader solo dal portamento con il quale entra in una stanza.

Abbiamo visto quali sono le 7 caratteristiche di un vero leader e vi abbiamo proposto un semplice test per mettere alla prova il vostro livello di leadership; oggi ci occupiamo di quell’ambito particolare del comportamento di un leader che attiene alla sfera del linguaggio non verbale.

Il leader, infatti, deve essere anche un buon comunicatore. E i primi segnali che trasmette, sono quelli del corpo. Postura, movimenti, atteggiamenti e pose contribuiscono a costruire, attorno alle competenze specifiche e alle soft skill, quell’aura carismatica, magnetica, che facilita la costruzione o il consolidamento del ruolo.

I 7 messaggi del corpo che dicono: “Qui c’è un leader”

Molti dei messaggi del corpo di un leader sono facilmente interpretabili, altri sono più sofisticati, altri ancora sono fuorvianti, ma tutti sono stati oggetto di attenti studi da parte di ricercatori, sociologi e psicologi. Quali sono gli atteggiamenti di un leader? Eccone 7 selezionati da GEMA Business School:

  1. Posizione eretta, spalle aperte, collo rilassato e respiro lento – Un atteggiamento che dà un segnale chiaro. In più, aiuta la voce a uscire forte e chiara. Chi è in condizioni di difficoltà o di sottomissione, si chiude come un riccio e carica la tensione sui muscoli del collo.

    Come allenarsi: prima di approcciare una stanza piena di pubblico pronto ad ascoltare la nostra esposizione, respiriamo per dieci volte dalla bocca ed, espirando lentamente, emettiamo un leggero suono (come un “ahhh”). Per il rilassamento dei muscoli di spalle e collo può essere utile lo yoga.

  2. Sorriso da leader – In molti hanno scritto sull’importanza del sorriso del leader. Apertura, empatia e serenità sono emanazioni di questo semplice gesto.

    Come allenarsi: nel prossimo lavoro di team, provate a sorridere onestamente a un collega. In occasione della prossima presentazione, provate ad arricchire la vostra esposizione con un bel sorriso.

  3. Mani ai fianchi o dietro la schiena – Il leader è a suo agio in ogni situazione, per questo può permettersi di esporre uno dei nostri punti deboli: la pancia. Le mani sono ai fianchi o dietro la schiena, estendendo il petto e l’area addominale.

    Come allenarsi: semplice! Provate questa “power pose” di tanto in tanto. Vi infonderà confidenza.

  4. Polpastrelli in contatto – Soprattutto quando sono seduti al tavolo del meeting o quando stanno ascoltando qualcuno, i leader portano le mani all’altezza del petto o del viso e uniscono i polpastrelli in una tipica posizione “a mani giunte”. Un linguaggio non verbale spesso sfruttato dai politici. È la posizione di chi ha la risposta giusta.

    Come allenarsi: iniziate a provare questo atteggiamento nelle condizioni in cui vi sentite confidenti.

  5. Padrone dello spazio – Il leader prende possesso dello spazio e, facendolo, cattura l’attenzione.

    Come allenarsi: durante la prossima esposizione di una presentazione, provate a passeggiare occupando tutto lo spazio disponibile.

  6. Eye contact – Non è un segreto che il contatto costante degli occhi è segno di dominio. Il leader, soprattutto quando è lui a parlare, non perde d’occhio la propria platea.

    Come allenarsi: prendere coscienza dei movimenti degli occhi mentre si parla è il primo passo per allenarsi a mantenere un eye contact convincente. E ricordate di guardare negli occhi ciascun interlocutore.

  7. Il gesto giusto per marcare i passaggi importanti – Il linguaggio non verbale dona forza e incisività al linguaggio verbale. Osservando i politici statunitensi ci ci può facilmente rendere conto che ogni gesto è calcolato. Il dito o il palmo della mano rivolto verso terra rimarcano una statuizione di cui si è certi e confidenti.

    Come allenarsi: provare questi gesti davanti a uno specchio può essere una soluzione. L’importante è sfruttarli con parsimonia.


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