Un emendamento al D.l. Milleproroghe, approvato dalle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato, ha fatto slittare al 31 dicembre 2011 il termine ultimo per l’impugnazione dei licenziamenti o dei contratti a Tempo Determinato.

Qualora il testo emendato venisse approvato dalle due Camere, il termine ultimo per le azioni nei confronti del datore di lavoro non sarà più il 23 gennaio, così come previsto in precedenza dal cosiddetto Collegato Lavoro (Legge 183/2010).

L’emendamento in questione definisce: “L’efficacia delle disposizioni di cui all’art. 6 della legge del 15 luglio 1966 n. 604 come modificato dall’art. 32 della legge del 4 novembre 2010, n. 183, è differita al 31 dicembre 2011.

Secondo l’intenzione dei proponenti, questa modifica mira a tutelare i lavoratori che fanno ricorso contro il licenziamento, ma anche tutti coloro che impugnano i contratti a Tempo Determinato per illegittima apposizione del termine.

Oltre tale emendamento, l’applicazione delle nuove norme del Collegato Lavoro allo strumento dell’impugnazione relativa ai CTD ha subito un’ulteriore battuta d’arresto a causa di una presunta incostituzionalità. La norma al vaglio della Corte costituzionale riguarda la definizione di un tetto massimo di indennità che il datore di lavoro può corrispondere al lavoratore nel caso in cui venga riconosciuto a quest’ultimo un danno per la stipula di un contratto con un termine illegittimo.

Insomma, una questione ancora aperta che, nell’attesa di una pronuncia definitiva, farà penare aziende e lavoratori, tenendo con il fiato sospeso tutti coloro che operano nel campo del Diritto del Lavoro e della contrattualistica di lavoro, in attesa che vengano definiti tutti gli aspetti di questo controverso Collegato Lavoro.

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