È normale: i colloqui di lavoro possono rivelarsi molto stressanti. I candidati sono spesso messi sotto pressione, sia prima che durante il colloquio: prima perché si pensa a tutte le potenziali domande che possono essere poste e perché si cerca di apparire sicuri di sé, durante perché, oltre all’ansia causata dall’incontro in sé, colui che lo conduce può far domande che poco o nulla hanno a che fare con il contesto o con il lavoro ambito.
Glassdoor ha stilato una lista delle 10 domande a cui non rispondere durante un colloquio di lavoro: ecco quali.
- Sei sposato? Per il datore di lavoro dovrebbe essere ininfluente il vostro stato civile. Potrebbe anche chiederlo per pura curiosità, ma a volte si rivela una domanda a trabocchetto.
- Hai bambini? Se no, hai intenzione di averne? Domanda a cui non rispondere specialmente se donne: in uno studio condotto da Slater and Gordon, uno studio legale internazionale, il 40% dei manager intervistati ha ammesso di non voler assumere donne più giovani per evitare problemi con la maternità.
- Quanti anni hai? Il motivo per cui non bisogna rispondere è legato alla discriminazione causata dall’età, spesso presente in ambito lavorativo.
- Quale religioni pratichi? È ininfluente ai fini del lavoro e potrebbe essere causa di discriminazione. Spesso questa domanda può essere posta in merito alla domenica e alla possibilità di lavorare in questo giorno. In quel caso, affermate soltanto se potete o no lavorare, evitando di esplicitare quale sia la vostra religione.
- Hai debiti insoluti? Non ha alcun nesso con le proprie capacità, necessarie ai fini dell’assunzione.
- Sei mai stato arrestato? Stesso ragionamento della domanda di prima: al conduttore del colloquio non deve interessare la vostra fedina penale se non ha alcuna attinenza con il lavoro in questione.
- Da quale Paese vieni? Una domanda banale, ma che a volte può essere usata per discriminare il candidato. Sta a lui stesso decidere se rispondere o meno.
- Quando è stata l’ultima volta che hai fatto uso di sostanze stupefacenti? Il datore potrebbe chiedere se il candidato è tossicodipendente, e in quel caso è lecito rispondere, ma non possono essere poste domande relative all’uso occasionale.
- Bevi spesso? Stessa situazione della domanda precedente, ma applicata nell’ambito dell’alcolismo.
- Abiti qui vicino? La domanda potrebbe essere posta in relazione alla disponibilità negli orari extra lavorativi o al tempo impiegato per arrivare in ufficio, ma può essere usata per discriminare il candidato in base alla sua risposta.