Alcune Tecniche di Guerrilla Marketing!

14 Luglio 2011

C’è una regola ben precisa che deve assolutamente seguire un marketer che si vuole avvicinare all’affascinante mondo della pubblicità guerrilla, ed è la seguente:

“L’unica regola è non avere regole”.

Diversi strumenti possono essere utilizzati per la realizzazione di una campagna “guerrilla”, tutti però, si caratterizzano essenzialmente per l’ampiezza del raggio d’azione, generata dal ricorso costante ad una pluralità di canali di diffusione, e per il costo relativamente contenuto che ne rende l’utilizzo adatto ai budget limitati delle piccole imprese.

Ecco di seguito, solo alcune, delle tecniche di guerrilla marketing che si sono diffuse in questi anni:

Stickering: le campagne di diffusione di adesivi sono ormai divenute uno strumento a cui le imprese ricorrono sempre più frequentemente per ottenere adeguata visibilità e diffusione del marchio con investimenti relativamente modesti. La campagna può essere articolata secondo due modalità: lo sticker può essere diffuso gratuitamente in luoghi ritenuti strategici per il target di riferimento (locali, scuole, punti vendita) oppure essere frutto di un’attenta pianificazione delle affissioni in determinate aree che consente all’impresa di controllare il posizionamento dello sticker.

Body rent: consiste nell’affitto di parti del corpo per pubblicizzare e promuovere una determinata marca o prodotto.

Oop Art: è una tecnica pubblicitaria che consiste nel far rinvenire oggetti particolari in luoghi completamente inaspettati sfruttando, in questo modo l’effetto sorpresa e la curiosità dei destinatari.

Fake site: questo strumento si concretizza nella creazione di siti web che si riferiscono ad aziende o prodotti inesistenti con lo scopo di suscitare l’attenzione e la curiosità degli utenti ed indurli ad attivare meccanismi di passaparola. Le agenzie ricorrono a tale strumento soprattutto per promuovere concept che, espressi in modo diretto, difficilmente desterebbero l’attenzione.

Twisted protest: consiste nel mettere in scena nel punto vendita accadimenti reali del tutto estranei al Concept del prodotto o della marca ma talmente surreali da spingere il consumatore a condividere l’esperienza vissuta con il network sociale de riferimento.

Voi quale tecnica guerrilla preferite? Per saperne di più seguite i migliori Master in Marketing Management.


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