
Nella
gestione del personale, Facebook, Twitter e Google+ rivestono un ruolo sempre più importante e decisivo. Tanto che ogni azienda si trova sempre più di frequente nella necessità di dotarsi di una
social media policy, che indichi ai dipendenti il modo corretto e più efficace di utilizzare tali strumenti.
Del resto, come dimostra anche una recente ricerca di Burson-Marsteller, l’uso dei social media nelle aziende è sempre in aumento: tra le imprese analizzate nella ricerca la piattaforma più popolare per comunicare è Twitter, usato dall’82% degli intervistati.
Più in generale, l’87% usa almeno uno tra il già citato Twitter, Google+ e Facebook, sia per le comunicazione esterna, sia per la comunicazione interna e la
gestione del personale. Numeri che fanno capire quanto risulti necessaria e importante una corretta
social media policy.
Quali sono gli elementi che dovrebbero rientrare in una buona
social media policy? Innanzitutto identificarne lo scopo: i social media sono un mezzo con cui i dipendenti entrano in contatto con i clienti, sentono le loro necessità e cercano di risolvere i loro problemi. Il tutto ovviamente in maniera coerente con i valori aziendali, che anzi devono essere veicolati tramite tali strumenti.
Altri elementi di una
social media policy inoltre sono il rispetto del diritto d’autore e del copyright, il divieto di incitamento all’odio etnico, razziale o religioso, il mantenimento della distinzione tra profili personali e professionali, e infine l’obbligo di riservatezza delle informazioni interne. Il tutto nell’ottica di una corretta
gestione del personale in quella che è sempre più l’era delle HR 2.0.
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