La ricerca sul CONTRATTO DI RETE E LA CODATORIALITA’ offre alle imprese un’analisi approfondita e aggiornata del contratto di rete in Italia, esplorandone la configurazione giuridica, le implicazioni lavoristiche e fiscali, e le criticità emerse dalla sua applicazione. Il testo è curato da Nevio Bianchi, consulente del lavoro, e Tiziana Cardone, avvocato specializzato in Diritto del Lavoro e Reti di Impresa. La ricerca, aggiornata al decreto del Ministero del Lavoro del 29 ottobre 2021 sulla codatorialità, si propone come una guida pratica per comprendere e gestire le reti d’impresa, con un focus particolare sui profili giuslavoristici.
Il contratto di rete è stato introdotto nel 2009 come strumento “anticrisi” per favorire la collaborazione tra imprese, specialmente PMI, con l’obiettivo di accrescere innovazione e competitività. Questo modello permette a imprese distinte e autonome di operare unitariamente sul mercato, basandosi su un programma e obiettivi comuni. L’istituto è un unicum nel panorama giuridico europeo e ha visto una notevole diffusione in Italia, coinvolgendo, al 3 gennaio 2022, circa 42.231 aziende aggregate in 7.541 contratti di rete. La sua eterogeneità di funzioni e adattabilità lo rendono un fenomeno economico rilevante, che impatta sull’organizzazione della produzione, dei modelli di business e del lavoro condiviso.
La ricerca è articolata in cinque sezioni principali.
La prima sezione esamina l’organizzazione dell’attività d’impresa nei modelli a rete, evidenziando la funzione economica del contratto come strumento per intercettare bisogni trasversali del sistema produttivo italiano. Si illustra l’evoluzione dai distretti industriali, caratterizzati da legami di prossimità, a modelli di “impresa estesa” e reti aperte, che intercettano competenze su scala interregionale e trans-settoriale.
La seconda sezione analizza la disciplina speciale del contratto di rete, inquadrandolo civilisticamente e definendone ambito di applicazione, elementi obbligatori e facoltativi, e modalità di funzionamento. Si distingue tra la “rete-contratto”, che ha mera natura contrattuale, e la “rete-soggetto”, che dà vita a un nuovo soggetto giuridico. Per quest’ultima, sono elementi necessari l’istituzione di un fondo patrimoniale comune e di un organo comune che agisce in rappresentanza della rete-soggetto, oltre all’indicazione di denominazione e sede e all’iscrizione nella Sezione Ordinaria del Registro delle Imprese. La ricerca fornisce una guida pratica per la costruzione e l’analisi di un contratto di rete conforme ai principi di legge e alle finalità dell’istituto. Viene anche esaminata la disciplina fiscale delle reti, con particolare attenzione alle pronunce dell’Agenzia delle Entrate per comprendere le modalità operative delle retiste negli acquisti, vendite e forniture di servizi. Il documento sottolinea come l’assenza di una disciplina impositiva specifica per le reti-contratto, a differenza delle reti-soggetto che hanno un’autonoma soggettività passiva d’imposta, richieda l’imputazione di spese e proventi direttamente alle singole imprese contraenti.
La terza sezione si concentra sui profili giuslavoristici e sulle patologie nel contratto di rete, partendo dalle riflessioni sulla dissociazione tra datore di lavoro formale e sostanziale. Vengono messi a confronto il contratto di rete con altre forme contrattuali di decentramento, come appalti e somministrazione di manodopera, evidenziando gli aspetti salienti in termini di tutela del lavoro. Particolare attenzione è dedicata agli istituti del distacco semplificato e della codatorialità, introdotti per favorire la flessibilità nell’utilizzo promiscuo della manodopera all’interno del network. Viene chiarito come il distacco semplificato in rete goda di una “presunzione assoluta” dell’interesse del distaccante, rendendo più agevole l’impiego di personale tra le imprese retiste. La codatorialità, invece, permette la condivisione di dipendenti tra più datori di lavoro all’interno della rete, con regole stabilite dal contratto di rete stesso. La ricerca evidenzia le criticità legate all’uso elusivo di tali strumenti, che possono sconfinare nell’intermediazione illecita di manodopera, e propone indici sintomatici per individuare la non genuinità del contratto.
La quarta sezione è dedicata ai profili concreti di costituzione e gestione del rapporto di lavoro all’interno delle reti, analizzando le diverse fasi del rapporto, dalla stipulazione del contratto individuale all’esercizio dei poteri datoriali e agli adempimenti amministrativi, previdenziali e assicurativi. Vengono fornite indicazioni operative sulla gestione del distacco, della codatorialità e delle assunzioni congiunte in agricoltura, quest’ultime con una disciplina più specifica e dettagliata.
Infine, la quinta sezione affronta le criticità e le prospettive delle reti d’impresa per le agenzie del lavoro, sottolineando come queste ultime possano giocare un ruolo strategico nel supportare le imprese nella costruzione di assetti conformi alle normative e nell’offerta di servizi specializzati per la gestione delle risorse umane. La ricerca si conclude con un auspicio per un intervento normativo chiarificatore e un maggiore coordinamento tra istituzioni, imprese e associazioni di rappresentanza per un utilizzo virtuoso e capillare del contratto di rete.
In sintesi, il documento fornisce informazioni dettagliate su:
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