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Di cosa si occupa un esperto di sostenibilità in azienda?

21 Maggio 2025
Di cosa si occupa un esperto di sostenibilità in azienda?

Un ruolo strategico tra ambiente, impatto sociale e valore d’impresa

La sostenibilità non è più un’opzione. È un’urgenza, una leva strategica e, sempre più spesso, un dovere normativo. In questo scenario, l’esperto di sostenibilità è diventato una figura centrale nelle aziende che vogliono crescere in modo responsabile, rispondere alle aspettative di clienti, investitori e stakeholder, e contribuire a un futuro equo e durevole.

Ma cosa fa, in concreto, un esperto di sostenibilità? Quali competenze deve avere? E perché il suo ruolo è oggi così determinante? Scopriamolo insieme.

Un ruolo trasversale e in continua evoluzione

L’esperto di sostenibilità (o sustainability manager, ESG manager, CSR specialist a seconda dei contesti) è il professionista che guida l’impresa nel progettare, implementare e monitorare strategie sostenibili in ambito ambientale, sociale ed economico.

Il suo lavoro è trasversale: dialoga con tutte le funzioni aziendali (HR, marketing, produzione, acquisti, legale, finanza) per integrare la sostenibilità nei processi, nei prodotti e nella cultura organizzativa. In sintesi: non è una figura “isolata” o “accessoria”, ma un agente di cambiamento interno che orienta il business verso obiettivi responsabili e duraturi.

Le aree di intervento principali

Vediamo nel dettaglio le principali attività di un esperto di sostenibilità in azienda.

1. Analisi e definizione delle strategie ESG

La prima responsabilità è definire la strategia ESG (Environmental, Social and Governance), ovvero l’insieme delle azioni che permettono all’azienda di generare valore minimizzando gli impatti negativi sull’ambiente, sulle persone e sulla governance interna.

Il sustainability manager parte da un’analisi di materialità, ovvero una valutazione di quali aspetti ESG siano rilevanti per l’azienda e per i suoi stakeholder. Sulla base di questa analisi, costruisce obiettivi concreti e misurabili, spesso integrati nel bilancio di sostenibilità.

2. Gestione e rendicontazione della sostenibilità

Un compito chiave è la redazione del report di sostenibilità secondo i principali standard internazionali (GRI, SASB, CSRD, ESRS, ecc.), richiesto per legge a molte aziende europee a partire dal 2024, e sempre più rilevante anche per le PMI.

Il report racconta l’impegno dell’azienda su clima, risorse, diritti umani, diversità, etica, filiera sostenibile. Non è un semplice documento, ma uno strumento di trasparenza e reputazione.

3. Formazione interna e cultura della sostenibilità

Un’organizzazione sostenibile non si costruisce solo con le policy, ma con la cultura. L’esperto di sostenibilità lavora per diffondere consapevolezza all’interno dell’azienda, progettando piani formativi, workshop, campagne di sensibilizzazione e attività di change management che coinvolgano i dipendenti a tutti i livelli.

L’obiettivo è trasformare i valori ESG in comportamenti concreti, facendo leva sull’identità e sul purpose aziendale.

4. Gestione ambientale e climate strategy

In molte aziende, il sustainability manager è il referente per tutte le attività legate alla riduzione dell’impatto ambientale: gestione dei rifiuti, efficientamento energetico, uso responsabile delle risorse, logistica sostenibile, innovazione di prodotto in ottica green, carbon footprint, strategie di decarbonizzazione.

In particolare, si occupa di progettare piani per raggiungere gli obiettivi di Net Zero e di allineare l’azienda agli standard internazionali sul clima (come la Science Based Targets Initiative).

5. Integrazione nella supply chain e acquisti responsabili

La sostenibilità si costruisce anche a monte. Il sustainability manager collabora con il procurement per definire criteri di selezione dei fornitori, controlli ESG lungo la filiera e contratti che prevedano clausole etiche, ambientali e di rispetto dei diritti umani.

In contesti internazionali o complessi, può attivare audit ambientali e sociali, monitorare il rischio reputazionale e promuovere partnership sostenibili.

6. Inclusione, equità e impatto sociale

La dimensione sociale è parte integrante della sostenibilità. L’esperto progetta iniziative per promuovere la diversità e l’inclusione in azienda (DEI – Diversity, Equity & Inclusion), rafforzare il benessere dei lavoratori, coinvolgere la comunità locale, sostenere progetti ad impatto positivo.

Sempre più aziende misurano anche il valore sociale generato, attraverso indicatori come il Social Return on Investment (SROI) o le metriche della Benefit Corporation, laddove presenti.

7. Comunicazione e brand reputation

La sostenibilità va anche raccontata, ma con rigore. Il sustainability manager collabora con il marketing e la comunicazione per costruire una narrazione autentica, evitando il rischio di greenwashing. Cura le campagne, partecipa a eventi, pubblica aggiornamenti sui progetti ESG e dialoga con stakeholder esterni (media, istituzioni, enti di certificazione).

In molte aziende è anche il punto di riferimento per le certificazioni ambientali e sociali (ISO 14001, EMAS, SA8000, B Corp, ecc.).

Le competenze richieste

Per svolgere questo ruolo sono necessarie competenze multidisciplinari:

  • Conoscenza delle normative e degli standard ESG internazionali;
  • Capacità di gestione progetti e cambiamento organizzativo;
  • Conoscenze di bilancio e controllo di gestione in ottica sostenibile;
  • Competenze relazionali e di leadership etica;
  • Familiarità con metodologie di rendicontazione e tool digitali;
  • Visione sistemica e capacità di dialogo con interlocutori interni ed esterni.

È un ruolo in cui tecnica e visione si incontrano: serve rigore analitico, ma anche empatia e capacità di ispirare. Proprio per questo, molte aziende cercano professionisti con una formazione avanzata, come i master in sostenibilità aziendale.

Un ruolo sempre più richiesto

Secondo i dati di Unioncamere e Anpal, tra il 2024 e il 2027 la domanda di professionisti con competenze green crescerà di oltre 30%. Le aziende che operano nei settori più energivori o soggetti a regolazione europea (finanza, industria, logistica, alimentare, energia) sono già oggi alla ricerca di sustainability manager formati e certificati.

Il ruolo è anche strategico per accedere a finanziamenti pubblici, bandi europei e capitali ESG: chi investe vuole vedere imprese trasparenti, coerenti e responsabili.

Il valore aggiunto di una Business School con identità sostenibile

Frequentare un Master in Sostenibilità, come quello proposto da GEMA Business School, significa non solo acquisire competenze tecniche, ma far parte di una comunità formativa che condivide valori di impatto positivo.

GEMA è una Società Benefit e ha certificazione per la parità di genere, a conferma dell’impegno di coerenza e concretezza verso una cultura aziendale inclusiva e responsabile.

Il master GEMA è pensato per formare professionisti completi, capaci di integrare sostenibilità e business, impatto e performance, con un approccio pratico e un forte legame con le imprese. Un modello che forma non solo esperti, ma protagonisti del cambiamento.

Conclusione

L’esperto di sostenibilità è oggi una delle figure più strategiche nelle imprese. Il suo lavoro non si limita all’ambiente, ma abbraccia ogni aspetto della vita organizzativa, guidando una trasformazione profonda, reale e necessaria.

In un mondo che cambia, la sostenibilità è il linguaggio del futuro. E chi lo sa parlare, può costruirlo.

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