2030: la crisi del mercato del lavoro che non avevamo mai visto

8 Ottobre 2015
2030: la crisi del mercato del lavoro che non avevamo mai visto

Crisi mercato del lavoroNon siamo ancora usciti da una crisi, che già si sente parlare di una nuova grande defaillance del mercato del lavoro che ci attende nel 2030. Anche se questa volta non sembra essere dietro l’angolo, a quanto si dice sarà devastante e gli esperti già stanno tentando di capire come correre ai ripari.

Se il concetto di crisi del mercato del lavoro vi fa pensare ad alti tassi di disoccupazione sappiate che, almeno secondo la previsione, questa volta lo stallo sarà di ben altra natura. Infatti, la crisi riguarderà la mancanza di forza lavoro.

Rainer Strack e la teoria dell’abbondanza dei posti di lavoro

Rainer Strack può vantare venti anni d’esperienza nella consulenza nell’ambito delle risorse umane. In questa conferenza ci illustra la sua sconvolgente proiezione. Una previsione che nasce da un semplice calcolo demografico che interessa le 15 maggiori economie del mondo: basta analizzare la popolazione in età lavorativa nel 2030 (calcolata tenendo conto dei nati tra il 1965 e il 2015) con quella attuale. Il divario è evidente, in Germania si tratta del -20%.

2030: la crisi della forza lavoro, crisi delle competenze e il fattore delle tecnologie

La proiezione di Strack va oltre la semplice constatazione che non ci saranno abbastanza lavoratori per la richiesta produttiva. A risentire maggiormente di questa scarsità di manodopera saranno i ruoli più qualificati.

Le tecnologie produttive non aiuteranno ad appianare il divario. In sostanza, ciò che Strack sostiene è che il tasso di sostituzione uomini-macchina non è sufficiente per coprire la mancanza di manodopera. Inoltre, l’introduzione delle nuove tecnologie richiederà personale sempre più qualificato (e si torna al punto precedente).

La soluzione alla nuova crisi del mercato del lavoro non sarà finanziaria, sarà culturale

La crisi della forza lavoro è, già da ora, la prossima sfida delle economie del mondo. Per affrontarla bisognerà trovare il giusto approccio culturale: la formazione professionale specializzata e la creazione di figure altamente qualificate.


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